Luci lasciate accese

A volte mi capita di guardare la mia faccia stanca allo specchio e mi ritrovo ad osservarla come se fosse quasi estranea. Mi capita di guardarmi allo specchio mentre mi spoglio prima di andare a dormire e vedere questa figura direi minuta, asciutta, a tratti spigolosa e a tratti delicata.

Il corpo di chi deve ancora farsi le ossa e le spalle larghe, di chi sta crescendo e deve ancora prendere tante batoste.

Vedo le occhiaie, i brufoli, i capelli arruffati, dettagli su cui non mi posso soffermare perché non mi concedo mai tempo solo per me.

Mi chiedo sempre cosa voglia dire farsi una vita. Quando arriva il momento di lasciare da parte i sogni giovanili e cominciare a trovare la propria dimensione nel mondo.

Come Vittorio, la sua pizzeria, la sua famiglia, gli ordini, i fattorini da mandare per le consegne sperando che non le sbaglino. Il suo mondo e centro di gravità, da cui vede passare strade diverse, persone che tornano, chi si allontana per fare altro da altre parti, chi a sua volta si fa una famiglia. La vita di chi giorno dopo giorno si fa il mazzo e che vive per quel mestiere.

Come altri. Come lei e lui seduto davanti una birra al tavolo, racconti di ferie in Indonesia, addobbi natalizi da comprare e regalo da fare all’amico.

Come molti che non hanno nulla da chiedere alla vita. Che si trascinano giorno dopo giorno con l’ombra di un maturità che sta per arrivare e che lascia poco spazio ad altro.

Comunque sono stanchissimo. Lavoro, studio, sono indietro ma ci devo dare dentro, faccio su e giù, scazzo, parlo, continuo ad imbarazzarmi facendo figure di merda.

La verità è che non ho mai il tempo di chiedermi effettivamente come sto e cosa voglio. Alterno momenti di calma piatta a periodi frenetici, fatti di caffè, ansia e orecchie accaldate per la troppa pressione e il caldo in stanza.

Ascolto musica autocelebretiva e spaccona, roba violenta, ritmica. La alterno con melodie più rilassate, a volte malinconiche e mi ritrovo a scrivere qui, a mo’ di terapia, per tenere il filo e per riuscire ad addormentarmi quando sono troppo stanco per farlo.

 

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